STAVOLTA NO
ADESSO NON SI POTRA’ PIU’ FARE A MENO DELLA COMPETENZA DEL CANDIDATO
Grammichele è ad un bivio e gli elettori sono chiamati a scegliere una strada dalla quale non si potrà più tornare indietro: o ci si avvia verso una nuova fase di crescita e di sviluppo, o il degrado sociale economico e culturale non sarà più rimediabile.
La gravità delle situazione è sotto gli occhi di tutti ed è confermata dai dati dell’ultimo Bilancio approvato e dal Rendiconto di gestione. Chi ha un po’ di dimestichezza con i numeri, non potrà non rilevare dai quei documenti contabili il fallimento della politica sociale ed economica grammichelese, nonché l'assoluta assenza di una strategia volta alla programmazione ed allo sviluppo di una città che muore nel silenzio delle istituzioni.
Le entrate tributarie dell’Ente ammontano a 3.750.000,00 euro e, nonostante i continui rincari di tutti i tributi locali, non bastano neanche a coprire il costo del personale che ammonta a circa 4.600.000,00 euro. Naturalmente il costo del personale è una spesa necessaria e nessuno pensa di eliminare uffici o servizi essenziali ma a fronte di un differenziale così importante, nel Bilancio non c’è traccia di una benche minima strategia di sviluppo del territorio e la mancanza di un piano di sviluppo fa temere ulteriori futuri pesanti aumenti dei tributi locali per coprire i buchi di bilancio.
Il Bilancio riporta per il 2013 ed il 2014 lo stesso ammontare di trasferimenti statali e regionali, lo stesso importo per i mutui contratti. Voci queste palesemente errate poiché i trasferimenti 2013 e 2014 sono stati già ridotti e la quota di interessi e capitale che sarà pagata negli anni futuri varierà (anziché rimanere uguale come riportato in Bilancio).
Inoltre il pareggio di Bilancio raggiunto è frutto di un artificio contabile se si considera che esso è stato ottenuto dichiarando che il Comune otterrà nel 2013 e 2014 entrate dalla vendita di beni immobili per 2.000.000,00 di euro.
Chiunque vive a Grammichele sa bene che quei numeri non saranno mai raggiunti con la vendita di edifici (tra i quali l’ex macello e la caserma dei carabinieri) che probabilmente non valgono neanche un quarto di quanto riportato in bilancio. Gli esempi potrebbero moltiplicarsi all’infinito, ma giusto per fornire qualche ulteriore dato sull’erroneità dei dati basti considerare che nel 2012 sono stati trasferiti dalla Regione poco meno di 1.200.000,00 euro che sono stati interamente imputati tra le entrate correnti. Chi ha redatto ed approvato il Bilancio tuttavia, sembra dimenticare - come è riportato chiaramente sul sito della Regione siciliana - che solo 467.000,00 euro potevano essere iscritti tra le entrate correnti, mentre i restanti 640.000,00 andavano imputati tra le entrate in conto capitale. Per le regole del patto di stabilità, come raccomandate dalla Corte dei Conti, tale impostazione ha sicuramente ripercussioni sul calcolo del patto di stabilità e sulla sua elusione. Tale circostanza potrebbe far sollevare eccezioni con ripercussioni notevoli negli anni futuri.
E che dire dei residui attivi sul servizio idrico o sulle entrate tributarie: si pensava di riscuotere 1.000.000,00 di euro dal servizio idrico (ne sono stati riscossi solo 150.000,00) e, nonostante gran parte dei crediti siano oramai prescritti, si continua a riportare tra le poste attive del rendiconto importi che non potranno mai più essere riscossi. Altro che paventato avanzo di amministrazione.
Il 2012 si chiuderà con lo sforamento del patto di stabilità e questo comporterà, per il 2013, un’ulteriore e drastica decurtazione dei trasferimenti statali che potrà essere colmata solo con ulteriori TASSE. La mancanza di strategie nella razionalizzazione delle spese, nei piani di investimenti, nelle politiche di sviluppo, e persino nella redazione del bilancio, a partire dal prossimo giugno e per tutti i prossimi anni aggiungerà pesi su pesi a tutti i grammichelesi con notevoli ripercussioni sul futuro del paese. In tale contesto, aggravato da una crisi economica nazionale, sbaglia in modo clamoroso chi ritiene che le prossime elezioni saranno l’ennesima occasione per scambiarsi grandi e piccoli favori.
Stavolta no. Stavolta i buoni propositi e le facili promesse da sole non basteranno a risollevare Grammichele dalla crisi in cui è immersa. Stavolta i grammichelesi saranno chiamati a decidere quale futuro vogliono per se e per i propri figli. Stavolta non si potrà fare a meno della competenza di chi amministra le istituzioni poiché il disastro economico e lo scempio della città sono stati già consumati da anni d’immobilismo e di inettitudine. Non si tratta dei soliti appelli retorici e catastrofisti: stavolta la crisi è sotto gli occhi di tutti!
Una via di uscita c’è, ma potrà essere percorsa solo da chi queste situazioni le conosce, le ha già affrontate e le può governare.
Per andare oltre la crisi, occorre partecipare al cambiamento.