Alcuni consiglieri, tra cui il nostro
Davide, hanno richiesto la convocazione straordinaria del Consiglio
comunale per tre ragioni: 1. L’ordine ricevuto dalla Corte dei
Conti di correggere immediatamente i conti; 2. L’ordinanza
ministeriale che riapre i termini della rottamazione delle cartelle;
3. L’esigenza di verificare, tramite un apposito parere, la liceità
della condotta dei nostri amministratori per numerosi scritti nei
social media di contenuto offensivo.
E’ indubbio che sono i primi due
punti che hanno giustificato la richiesta di convocazione urgente.
L’ordine ricevuto dalla Corte dei Conti, in particolare, desta
tantissima preoccupazione e certifica errori che ho segnalato da
tempo e che adesso non sanno come nascondere.
Proprio per questo oggi si tenta di
porre l’attenzione solo sul terzo punto di convocazione, cercando
ancora una volta di effettuare un’operazione di distrazione di
massa.
Ormai è chiaro a tutti: cercano sempre
di concentrare l'interesse su quello che può essere l’argomento
più “populista”, quello più semplice e più comodo da
affrontare per screditare l'avversario al solo fine di nascondere il
fatto che non prendono mai posizione sulle questioni importanti. Come
detto ci sono altre importanti priorità, ma si tenta disperatamente
di polemizzare sulla richiesta di un parere legale che, a mente di
tante brillanti menti, sarebbe solo uno spreco di risorse.
In ogni caso tengo a precisare che a
mio giudizio il terzo punto meriti trattazione nonostante
l'importanza della convocazione soprattutto sui primi due.
Innanzitutto perché se è necessario
convocare il Consiglio su due argomenti urgenti, non capisco perché
non si possa trattare anche un terzo punto.
Inoltre, la richiesta di parere ha lo
scopo – già in parte raggiunto – di porre un freno all’utilizzo
scriteriato dei social media da parte dei nostri amministratori.
Sottolineo dei “nostri amministratori” perché, contrariamente a
quanto ritengono i soliti gladiatori della tastiera, sono loro ad
aver consumato l'atto più grave.
Nessuno vuole censurare il “webete”
di turno anche se da cattolico trovo quantomeno inopportuni e
blasfemi alcuni accostamenti.
La questione in questo caso è
tutt’altra. A Grammichele sono stati gli amministratori a
condividere o rilanciare post quantomeno inopportuni. Pertanto il
parere deve avere per oggetto in primo luogo l’Amministratore che
per ruolo istituzionale ha l’obbligo ed il dovere di rispettare le
istituzioni che rappresenta.
In questo quadro se qualcuno vorrà
tendere la mano, lo faccia individuando le responsabilità e non
mettendo tutti nello stesso calderone. Se cosi non dovesse essere,
meglio rimettere la questione all’aula consiliare ed ai suoi
componenti che, pur non perfetti - come tutti -, hanno il diritto di
essere giudicati dagli elettori e non dalle offese preparate ad arte
per distogliere lo sguardo dal muro in cui stiamo andando a sbattere.